Cronaca

Aviaria, nel Bresciano è una vera epidemia: un milione di capi infetti

L’allarme è ormai diffuso in diversi Comuni della Bassa Bresciana: l’Ats ha già programmato l’abbattimento o il depopolamento di circa un milione di animali. I paesi più colpiti: Alfianello e Pralboino

Foto d'archivio

Sono quasi un milione i volatili da allevamento che sono stati abbattuti o depopolati nel Bresciano: a conti fatti circa il 10% della “popolazione” complessiva. Sono questi i numeri dell’influenza aviaria che nelle ultime settimane si è espansa a macchia d’olio in diversi allevamenti della Bassa. Proseguono intanto le operazioni per limitare la diffusione del virus, il cui picco deve ancora arrivare, mentre aumentano esponenzialmente i costi.

Le spese per i vari interventi dovrebbero infatti superare gli 8 milioni di euro. Di questi quasi 6,2 milioni saranno riservati agli indennizzi per gli allevatori i cui capi sono stati colpiti dall’aviaria: solo per quanto riguarda i capi abbattuti, il risarcimento previsto si avvicina ai 7 euro per ciascun animale.

Questa la mappa dettagliata degli interventi di abbattimento coordinati dall’Ats di Brescia, che come detto “controlla” più di 750 allevamenti avicoli in tutta la provincia, per un totale di oltre 10 milioni di animali. Di questi circa 5 milioni sono a Leno: territorio che al momento (e per fortuna) non è stato ancora toccato dall’epidemia.

I capi abbattuti nel Bresciano. Alfianello: 38.585 tacchini e 104.741 polli, totale 143.326. Cigole: 7.352 tacchini. Gottolengo: 36.500 galline ovaiole e 28.428 riproduttori, totale 64.928. Milzano: 17.500 anatre e 44.500 polli, totale 62.000. Pavone Mella: 26.035 anatre e 40.500 galline ovaiole, totale 66.535. Pralboino: 13.000 polli, 33.116 tacchini, 76.262 galline ovaiole, totale 122.378. Remedello: 13.761 anatre. San Gervasio: 27.317 tacchini. Seniga: 21.676 tacchini.

Sono già attive le misure di sicurezza per evitare il diffondersi del contagio. Ci sono le zone in quarantena, nel raggio di un chilometro da dove si è registrato il virus, poi quelle tenute sotto stretto controllo, nel raggio di 10 chilometri. Ma per tutto il periodo dell’epidemia, finché l’allarme non verrà rientrato, sarà vietato vendere capi avicoli nelle fiere. L’epidemia è tosta, ma non è la peggiore: nel 2000 vennero abbattuti quasi 5 milioni e mezzo di animali.


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