Cronaca

Pittore e restauratore, morto in Brasile l’artista bresciano Giuliano Scalvini

Da tempo in Brasile, dopo una vita in città: pittore e restauratore, aveva collaborato anche con il Louvre di Parigi. E' morto a Praia do Forte, regione di Bahia, all'età di 75 anni

Pittore e restauratore, si era scoperto pure musicista: la sua “arma” era il mandolino. Una vita piena di passioni, quella di Giuliano Scalvini: bresciano trapiantato in Brasile, è morto sabato a Praia do Forte, un piccolo paradiso da poco meno di 2000 anime affacciato direttamente sull’oceano, nella regione di Bahia.

Giuliano Scalvini aveva 75 anni. Proprio in Brasile saranno celebrati i funerali. La sua storia fin da giovanissimo s’intreccia inevitabilmente con il mondo dell’arte. Restauratore professionista, allievo della bottega bresciana dei Bertelli, di cui poi diventerà il proprietario.

Lo chiamavano i privati ma anche i musei: la sua collaborazione più prestigiosa, niente meno che al Louvre di Parigi. Dall’arte del restauro all’arte della pittura: specialista dei ritratti, dei paesaggi, dei colori. Ha cominciato a dipingere che aveva soltanto 10 anni.

A metà degli anni ’50 si iscrive ai corsi serali dell’AAB, l’associazione artisti bresciani. Tra i suoi maestri si ricordano Aride Corbellini, Enzo Vicentini, Domenico Lusetti.

Non cercava la fama, preferiva cercare (e trovare) l’ispirazione. Sono poche le mostre a lui dedicate, l’ultima pochi mesi fa e proprio in AAB. Una vita per l’arte: dopo aver vissuto per decenni a Brescia si era trasferito in Brasile, dove non ha mai smesso di produrre.

In città e in provincia è rimasto comunque un’istituzione. Il suo studio, e la sua casa, nel cuore del centro storico cittadino, in Via Trieste, circondato dai musei, dai monumenti che tanto amava, dall’università.  


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