Cronaca

Imprenditore scomparso: chi ha spostato le telecamere? E arriva la Finanza

Di lui non si hanno notizie dall'ottobre del 2015, i suoi nipoti sono ancora indagati (insieme a due operai) per concorso in omicidio e occultamento di cadavere. Continua l'odissea della scomparsa di Mario Bozzoli

Carabinieri nella fonderia di Marcheno © Bresciatoday.it

Imprenditore scomparso, forse una svolta nelle indagini? Poche ore fa il blitz di Carabinieri e Guardia di Finanza nelle ormai ex Fonderie Bozzoli di Marcheno e alla Ifib srl di Bedizzole, la fonderia “gemella” di proprietà (un terzo a testa) di Adelio Bozzoli e dei figli Alex e Giacomo. Una vicenda che tiene banco ormai da oltre due anni: Mario Bozzoli risulta scomparso dall'ottobre del 2015, e di lui ad oggi non è mai stata trovata una traccia.

Si è cercato a lungo, nelle Fonderie di famiglia: adesso la pista potrebbe essere un'altra. Intanto una scoperta non da poco: è stato verificato proprio nelle ultime ore che le telecamere di videosorveglianza dell'azienda di Marcheno era state tutte “disorientate” poco tempo prima la scomparsa di Bozzoli.

Chi le ha progettate, e le ha poi montate e rese effettivamente operative, ha negato di averci messo mano successivamente, di averle spostate in quel modo. E allora è inevitabile che un nuovo (e importante) interrogativo venga inserito nel già lungo elenco delle domande senza risposta.

I militari hanno cercato a Marcheno e Bedizzole, in cerca di una pista, forse di nuovi indizi. Le fiamme gialle invece stanno passando al setaccio i movimenti di denaro e gli archivi informatici: sono già stati sequestrati i computer e i cellulari utilizzati da Alex e Giacomo Bozzoli, i figli di Adelio (fratello di Mario) ed entrambi, ricordiamo, indagati per concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere, insieme agli operai Akwasi “Abu” Aboagye e Oscar Maggi.

La storia è nota, o almeno sembra: i due giovani Bozzoli la sera della scomparsa dello zio pare fossero in azienda a Marcheno. Alle Fonderie ci sarebbe stato anche Giuseppe Ghirardini, l'operaio di 50 anni che venne trovato morto, cinque giorni più tardi, alle porte delle Case di Viso, in Valcamonica. L'uomo sarebbe stato avvelenato con del veleno, del cianuro.

A proposito di Ghirardini: anche le indagini sulla sua morte sono state riaperte, a seguito dell'avocazione delle stesse da parte della Procura generale. In gergo l'avocazione permette alla Procura di sostituirsi al pubblico ministero, e prendere in carico l'atto di indagine. Certo i tempi stringono: entro 24 ore dovranno essere fatte tutte le valutazioni.


Si parla di