Cronaca

Sindaco e partigiano, storico insegnante: tutta la valle piange Giovanni Garatti

Si è spento nella casa di famiglia l’ex sindaco di Artogne Giovanni Andrea Garatti: vera memoria storica di tutta la valle, combattente in Russia e poi partigiano. Per anni ha diretto e insegnato nelle scuole camune

Erano in tantissimi mercoledì pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Artogne per l’ultimo saluto a Giovanni Andrea Garatti, ex sindaco del paese morto a 96 anni la mattina di Santo Stefano tra le mura di casa, nell’abbraccio dei familiari e di chi gli ha voluto bene. Con lui se ne va anche un simbolo della Resistenza e della memoria storica di tutta la Valcamonica.

Garatti era infatti l’ultimo sopravvissuto della terribile campagna di Russia, nella Seconda Guerra Mondiale, salvato dai campi di concentramento perché rimasto ferito in battaglia, ricercato e inseguito dai fascisti una volta tornato in Italia. Divenne partigiano con le Fiamme Verdi: con loro combatté nella Brigata Tito Speri.

Si è spento nell’abbraccio della moglie Giovanna, amata da decenni, e dei figli Maria Grazia, Piera, Stefano, Alberto e Bianca. Insieme a loro lo piangono la nuora Miriam, i generi Gianni e Attilio, i nipoti Gabriele, Enrico, Silvia e Mattia.

Classe 1921, Garatti è nato e cresciuto a Piancamuno ma ha poi sempre vissuto ad Artogne. Conosciuto e rispettato in paese, è stato anche sindaco per quasi un decennio, dal 1963 al 1972. Ma ha lasciato un segno indelebile soprattutto in ambito educativo e culturale: dopo la Guerra divenne insegnante, una carriera che l’ha accompagnato per tutta la vita, e poi direttore didattico.

Ha girato, insegnato e diretto in numerose scuole della valle: Borno, Cedegolo, Darfo Boario Terme, Edolo, Pisogne e pure Ponte di Legno. Appassionato scrittore, è noto alle cronache in particolare per aver pubblicato tre libri sulla sua terribile esperienza in Russia: “Russia, andata e ritorno”, “I ragazzi del Don”, “Dentro Nikolajewka”.


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