Cronaca

Immagini shock dagli allevamenti: distese di carcasse e cannibalismo

Le immagini dell'inchiesta shock realizzata dalla Lav per conto di Eurogroup for Animals e pubblicate dal The Independent: sono sei gli allevamenti sotto accusa

Una delle foto pubblicate da Eurogroup for Animals, scattata in un allevamento di Parma

Ci sono anche due aziende bresciane, della Bassa e di cui ovviamente non sono stati resi noti i nomi, nell'inchiesta shock a cura della Lav – la Lega Antivivisezione – realizzata per conto dell'organizzazione internazionale Eurogroup for Animals, pubblicata in primis sul quotidiano britannico The Independent e ripresa poi anche da Bresciaoggi.

Immagini e filmati per stomaci forti, che racconta della vita quotidiana di sei allevamenti che sono stati definiti “allevamenti lager”, operativi nelle province non solo di Brescia ma anche di Cremona e Mantova. Gli attivisti della Lav hanno ripreso e fotografato, ovviamente di nascosto, le condizioni di vita dei migliaia di suini delle aziende agricole accusate di maltrattamenti.

Se veritiero il quadro che ne emerge è molto sconfortante. Non mancherebbero infatti tante, tantissime violazioni di norme e leggi, regole e buone condotte: oltre alla sofferenza gratuita che sarebbe stata inferta ai maiali, alle scrofe e ai maialini che vengono inquadrati dalle telecamere nascoste della Lav.

Secondo quanto riportano gli attivisti i maiali di questi allevamenti (come detto il dossier ne passa al setaccio sei, tra questi due sono bresciani) sono costretti a vivere in condizioni pietose: immersi nelle loro feci, quando va bene, circondati da topi e quasi indotti al cannibalismo quando va peggio. Non mancherebbero nemmeno distese di carcasse, con tutte le conseguenze sanitarie dal caso.

E poi le scrofe che allattano i piccoli in uno spazio strettissimo, in cui ucciderebbero i loro stessi cuccioli magari senza nemmeno accorgersene. E ancora animali con ferite, mutilazioni e malformazioni, strutture fatiscenti, maiali morti in mezzo ai maiali vivi, altri animali a quanto pare ammalati e probabilmente destinati a una fine certa.

Questo il quadro, che adesso finirà nelle mani di Procura e alte istituzioni europee. Gli animalisti puntano il dito, le associazioni di categoria si difendono: “E' inaccettabile che all'estero continui questa campagna mediatica penalizzante nei confronti delle eccellenze italiane – ha detto a Bresciaoggi il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – E' evidente che ci sono paesi interessati a denigrare il made in Italy per favorire i loro prodotti”.


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