Cronaca

Pista bresciana per i morti di Pordenone: "Uccisa perché sapeva troppo"

Una testimonianza chiave (ancora da verificare) che potrebbe cambiare (eccome) le carte delle indagini sul duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone. L'unico imputato: Giosuè Ruotolo

Trifone Ragone e Teresa Costanza

Una testimonianza “chiave” che potrebbe cambiare, eccome, le carte in tavola delle indagini: e non per un solo delitto (con due morti), ma pure per un altro omicidio. La magistratura in questi giorni avrebbe già dovuto ascoltarlo: non è stato possibile per motivi di salute. Il super-testimone si chiama Lorenzo Kari, 54enne già in carcere a Padova.

La sua versione dei fatti: agli inquirenti ha sempre raccontato (anche se non sempre gli hanno creduto) di aver ricevuto un'offerta da 100mila euro per uccidere Teresa Costanza e Trifone Ragone, la coppia di fidanzati uccisi a Pordenone nel marzo del 2015, nel parcheggio del palasport.

Una storia raccontata in lungo e in larga dai media nazionali: l'unico imputato, per ora, è il giovane Giosuè Ruotolo, il 27enne ex militare (e commilitone di Trifone) accusato di duplice omicidio, di aver ucciso i due fidanzati a colpi di pistola.

Proprio la difesa dell'unico accusato ha chiamato a testimoniare il 54enne Lorenzo Kari. Secondo quanto raccontato dall'uomo, l'omicidio dei due fidanzati sarebbe legato a una “pista bresciana”. Teresa Costanza infatti, sarebbe venuta a conoscenza del mandante, dell'assassino e pure del movente per l'omicidio di Tiziano Stabile.

Già noto alle forze dell'ordine per reati di droga, e per un sequestro di persona, Stabile venne ucciso a colpi di pistola nel novembre del 2013 a Bedizzole. Un delitto per cui, a quasi quattro anni di distanza, non è ancora stato trovato né il mandante né l'esecutore. Un “affare” portato a termine probabilmente da un killer professionista, un regolamento di conti nell'ambito della malavita.

Nella versione di Kari, sarebbe stato un imprenditore bresciano (chiamato “Gianni”) ad offrirgli 100mila euro per far fuori Costanza e Ragone, considerati testimoni scomodi. La cosa sarebbe andata avanti per un po': il 54enne aveva ricevuto la visita di un certo “Mario”, che gli avrebbe spiegato cosa fare, e come farlo.

Tutto saltato: agli inquirenti Kari avrebbe raccontato di non aver mai nemmeno pensato di compiere l'omicidio, ma di volersi solo intascare i soldi. Un omicidio premeditato, con un imprenditore coinvolto, per far fuori una testimone pericolosa, che sapeva qualcosa di un altro omicidio. Che sia tutto vero o meno, una trama da film, per un giallo tutt'altro che risolto.


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