Cronaca

“Che Allah ti conceda il martirio”, archiviate le accuse contro la giovane Sara

La magistratura ha disposto l'archiviazione del procedimento penale nei confronti di Sara Pilè, la ragazza bresciana di 26 anni convertita all'Islam e accusata di terrorismo

Sara Pilè assieme al marito © Bresciatoday.it

Accusata di essere pronta a partire per la Siria con il marito, per arruolarsi nell'Isis, la bresciana Sara Pilè è stata completamente scagionata: la magistratura ha infatti disposto l'archiviazione del suo caso. E adesso i suoi legali chiedono che vengano definitivamente sospese le misure di sorveglianza speciale a cui è sottoposta.

La ragazza ha 26 anni e abita a Monticelli Brusati con la famiglia: convertita all'Islam, era stata accusata di “adesione e arruolamento” alla formazione terroristica Daesh, gli integralisti islamici che combattono in Siria. Anche il marito era finito nell'occhio del ciclone: il giovane Naim Sagrari, tunisino di 30 anni, aveva conclusio il suo iter giudiziario con un decreto di espulsione dal territorio italiano firmato dal Ministero.

La 26enne bresciana invece era stata solamente indagata: sul suo smartphone erano state recuperate fotografie riferibili all'islam più integralista (per la difesa si trattavano di immagini pubbliche) mentre sul suo profilo Facebook alcune frasi che inneggiavano al Corano, in arabo.

Anche la ricerca in Google di un'automobile aveva attivato gli inquirenti: per la difesa l'auto serviva alla famiglia, in Italia, e non a Sara e al marito per andare a combattere in Siria. Sara Pilè è stata comunque la prima persona in provincia di Brescia ad essere sottoposta alla sorveglianza speciale per terrorismo.

Al di fuori dalle indagini, la giovane era stata pesantemente insultata, in paese e non solo, su Facebook e dal vivo, in particolare per la sua scelta di indossare il niqab, la veste che copre la donna dalla testa ai piedi, lasciando “liberi” solamente gli occhi.


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