Cronaca

Morto in ospedale, i genitori rifiutano il risarcimento: “Nostro figlio non ha prezzo"

La famiglia di Riccardo Sapienza, morto in ospedale che aveva solo 20 anni, ha rifiutato la proposta di risarcimento avanzata dai legali di Valerio Schinetti, medico a processo per omicidio colposo

Riccardo Sapienza aveva solo 20 anni quando morì in ospedale: era il 23 luglio di quattro anni fa, era stato ricoverato per un pneumotorace sinistro, patologia improvvisa che consiste nell'accumulo di aria nel cavo pleurico. La patologia a quanto pare fu causata da un trauma, da un tuffo nel fiume Trebbia. Venne operato all'ospedale Maggiore di Cremona: il medico che è stato poi accusato di omicidio colposo (Valerio Schinetti) era dell'ospedale di Manerbio.

Da allora la famiglia non si è data pace: lunedì mattina la penultima udienza del processo ancora in corso. L'ultima udienza, con la sentenza, è attesa per il 27 novembre prossimo. Come scrive La Provincia di Cremona, mamma Annalisa e papà Salvatore hanno rifiutato la proposta di risarcimento avanzata dai legali che difendono Schinetti.

Il medico anestesista che quel giorno era in sala operatoria è stato accusato di aver commesso un errore durante la manovra di intubazione. Secondo quanto riportano i medici chiamati dal giudice a eseguire la perizia sul caso, nel momento dello “spezzamento” - cioè quando l'anestesista aveva girato Riccardo Sapienza sul fianco - il tubo appena inserito sarebbe arretrato di qualche millimetro provocando una “piccola lesione” alla trachea.

L'operazione poi finì male, malissimo. Il cuore del giovane Riccardo andò in arresto cardiaco: i medici tentarono di salvarlo, ma purtroppo non ci fu più niente da fare. La famiglia non si arrende: “Nostro figlio non ha prezzo – spiegano i genitori – Vogliamo vera giustizia”. Riccardo amava la vita, gli amici, lo sport: era considerato una giovane promessa del calcio locale, giocava nel Torrazzo.


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