Cronaca

Scomparso nel nulla, viene ritrovato morto: è giallo sulle cause

Era scomparso da una decina di giorni, è stato ritrovato senza vita nel torrente Gobbia: tutta la comunità di Lumezzane si stringe al cordoglio per la morte di Ndour Modou

Scomparso ormai da una decina di giorni, potrebbe essere morto solo poche ore prima del ritrovamento. Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi: rimane un mistero, per ora, il decesso del 50enne senegalese Ndour Modou, da più di 20 anni in Italia e da tempo residente a Lumezzane. In paese (e non solo) era molto conosciuto: ex operaio, faceva il venditore ambulante.

Scomparso alla vigilia di Pasqua, senza dire nulla né lasciare tracce: in casa i familiari hanno ritrovato tutto, il cellulare e il suo portafoglio, perfino il biglietto aereo che come ogni anno aveva comprato per tornare nel suo Paese natale, il Senegal. Sarebbe dovuto partire il 18 aprile scorso.

Ricerche serrate, in lungo e in largo in tutto il paese: a decine impegnati per giorni, la sua storia era finita anche a “Chi l'ha visto”. Poi martedì mattina la macabra scoperta: il suo corpo senza vita è stato ritrovato sotto un piccolo ponte che attraversa il torrente Gobbia. La faccia rivolta verso l'acqua: è stato visto da un residente.

Proprio lui ha lanciato l'allarme al 112: ma non c'è stato niente da fare. I medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sul posto, insieme agli operatori sanitari, ai carabinieri e ai vigili del fuoco anche il magistrato Francesco Carlo Milanesi: sarà l'autopsia a chiarire le cause di una morte che per ora rimane un mistero.

Non si esclude nessuna ipotesi: il malore improvviso, la caduta accidentale, perfino il suicidio o l'evento violento, l'aggressione. L'ipotesi più inquietante: che qualcuno nel Gobbia ce l'abbia buttato volontariamente. Ma per il momento sono solo supposizioni. Il cognato racconta di una notte tormentata prima della scomparsa: “Si è svegliato più volte, sembrava agitato. Poi la mattina è sparito nel nulla”.

Una vicenda a tinte fosche, per cui ci sono ancora troppe domande senza risposte. Tra i familiari sono stati i nipoti i primi a raggiungere il luogo della tragedia, scoppiati in un pianto disperato una volta riconosciuto il volto del loro caro zio.  

Una persona buona, sempre gentile e disponibile: abitava nel Bresciano da un ventennio, a Lumezzane in Via Trieste insieme a cugini e nipoti. Era stato per anni operaio in una rubinetteria dei dintorni, poi (colpa della crisi) si era riscoperto venditore ambulante. E pare non se la passasse troppo male.

Sarebbe dovuto partire per il Senegal, dove era solito rimanere per qualche mese: per rivedere gli amici di sempre, o i parenti più stretti. Tutti i mesi mandava soldi a “casa”: sposato due volte, nel suo Paese natale lo aspettavano addirittura 10 figli.


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