Cronaca

Matteo lotta contro la leucemia, boom di richieste per donare il midollo

Una buona notizia di solidarietà: in tanti i bresciani che avrebbero risposto all'appello per aiutare il piccolo Matteo Giuffrida, affetto da leucemia a soli 7 anni di età

Foto di repertorio

Una storia triste, molto triste: la storia del piccolo Matteo Giuffrida, che da due anni deve lottare come un leoncino contro la leucemia. Ma la speranza non muore mai, anzi: la notizia di questi giorni è di una vera gara di solidarietà tra i bresciani, in tanti avrebbero infatti risposto alla chiamata (pubblicata sui social network) per donare il proprio midollo osseo.

Così tanti che perfino l'Admo bresciana, l'associazione dei donatori di midollo osseo, insieme al centro donatori del Civile e all'Avis hanno già annunciato di voler aumentare la giornate cosiddette di tipizzazione, degli incontri “conoscitivi” dal punto di vista medico in cui viene valutata la compatibilità del midollo dell'eventuale donatore.

Non sono donazioni mirate, non tutto il midollo servirà a Matteo: ma potrà aiutare tante altre persone in difficoltà. Chiunque volesse diventare donatore, può farlo: si richiede un'età compresa tra i 18 e i 35 anni e di essere in buona salute, niente malattie croniche gravi o patologie infettive.

La storia del piccolo Matteo, che oggi ha 7 anni, ha commosso tutta la provincia e non solo. Nato e cresciuto a Brescia, abitava a Mazzano con i genitori: il padre era in servizio come carabinieri alla stazione di Mazzano. Soltanto due anni fa la terribile scoperto.

Di origini catanesi, i familiari hanno deciso di tornare a casa. Il piccolo adesso è in ospedale, sta bene, a breve dovrebbe essere sottoposto al trapianto che potrebbe salvargli la vita. “Ho ricevuto un messaggio dai miei colleghi bresciani”, ha detto al Giornale di Brescia il papà di Matteo, in riferimento al “boom” di donazioni di midollo.

“Quando l'abbiamo saputo io e mia moglie ci siamo commossi. Naturalmente siamo contenti, perché così aumentano le possibilità per nostro figlio. Ma la nostra gioia è più generalizzata, perché tutti questi donatori saranno utili anche a tante altre persone che stanno male”. E sul futuro di Matteo: “Siamo fiduciosi, e grati a chi ci sta manifestando affetto e solidarietà”.


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