Cronaca

Omicidio nella strada della "Brescia bene": chi è l’assassino

L’uomo ha già confessato

Lo avrebbe ucciso con almeno una decina di coltellate nella sua casa di Via Benacense: è l'ultimo ad averlo visto. Ha vagato per quasi 24 ore con il cadavere dell'amico nel portabagagli della sua auto, finché non ha deciso di seppellirlo in una zona boschiva di Ghedi, nascondendolo tra terra, foglie e sassi. Ha confessato ai carabinieri quando questi sono venuti a bussare alla sua porta, al quartiere Perlasca: proprio lui ha accompagnato i militari nel luogo dove era stato sepolto l'amico ucciso. Solo allora è scoppiato in un pianto liberatorio.

Breve cronaca di un omicidio: a Brescia, in pochi attimi. Forse al termine dell'ennesima lite tra Guido Bettoni, la vittima, e Lamberto Lombrici, l'assassino. Il 42enne avrebbe confessato le sue colpe dopo un primo tentativo di resistere: “L'ho ucciso io, l'ho sepolto in campagna”. Avrebbero litigato, forse per i soldi, o per la “coca”.

La vita purtroppo scorreva così, tra problemi economici – Lombrici avrebbe avuto difficoltà ad uscire anche dalla morsa del gioco d'azzardo, e in particolare le slot machine – e un'altra dipendenza difficile da mollare, appunto la cocaina. Non è ancora chiaro cosa abbia fatto scatenare il raptus omicida.

Lo chiamano “Lambi”, un passato da insospettabile (per anni ha fatto il rugbista, prima al Fiumicello e poi al Rugby Borgo) in cui a lungo ha fatto l'operaio, prima di reinventarsi come cameriere, perché nella vita bisogna sapersi adattare. Abitava al Perlasca, ma pare vi si fosse trasferito di recente. In tanti lo conoscevano sul lago di Garda: spesso d'estate trascorreva le vacanze in un campeggio di Moniga.

Rimangono tanti, troppi interrogativi. I due erano amici, si conoscevano, ma tra i due non correva buon sangue soprattutto quando si parlava di cocaina. L'uno la procurava all'altro, e viceversa. Soldi da una parte e dall'altra, prestiti, debiti forse che si accumulavano. Nessuno lo sa, almeno per ora.


 


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