Cronaca

Cade dalla staccionata e muore: "Non è incidente, l’ha ucciso la vicina di casa"

Clamorosa svolta nel processo per la morte di Fulvio Ferremi, il 71enne falegname di Preseglie morto due anni fa a una settimana dal ricovero in ospedale. Non sarebbe stato un incidente, ma un omicidio preterintenzionale

Foto d'archivio

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia ne ha rigettato l’archiviazione, accogliendo così le richieste della famiglia: Fulvio Ferremi non sarebbe morto a causa di un incidente, ma sarebbe la vittima di un omicidio preterintenzionale. Lo scrive il Giornale di Brescia, la vicenda risale a poco più di due anni fa.

Tutto accadde a Preseglie: Ferremi morì in ospedale, in Poliambulanza, una settimana dopo essere stato ricoverato per una brutta caduta, a seguito di un litigio con la vicina di casa con cui da tempo non scorreva buon sangue. Da una prima ricostruzione si pensò all’incidente: l’uomo cadde da una staccionata e batté la testa. Aveva 71 anni.

Una versione che i familiari non hanno mai “digerito”. Al punto di convincere il gip, due anni più tardi, a rigettare la richiesta di archiviazione. Non sarebbe caduto da solo, né tantomeno avrebbe finto: Ferremi sarebbe stato spinto volontariamente, e proprio le ferite provocate da quella caduta ne avrebbero provocato il decesso, una settimana più tardi.

Quel giorno il 71enne era seduto su una staccionata, quando sarebbe andato in scena il litigio. Questa la versione dei familiari: l’uomo sarebbe stato spinto dalla vicina di casa, cadendo all’indietro e sbattendo la testa. La donna presto sarà chiamata a rispondere, dal banco degli imputati.


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