Edilizia, la parola ai costruttori: "Basta nuove case, meglio ristrutturare"
Intervista al costruttore bresciano Giuliano Campana, da pochi giorni anche nuovo presidente dell'Ance, l'Associazione nazionale di categoria
La testa e il cuore da sempre impegnati nel lavoro, in “pista” ormai da decenni: una tradizione di famiglia, prima era toccato al padre, adesso tocca a lui. Da pochi giorni anche a Roma sventola bandiera bresciana: Giuliano Campana, già vicepresidente (e per tre mandati, nove anni), a seguito delle dimissioni di Gabriele Buia è il nuovo presidente dell’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori.
Occasione più che ghiotta per fare una costruttiva chiacchierata, con chi di edilizia se ne intende, eccome. Di tutto un po’: “Per rispondere alla crisi servono risposte concrete dal Governo”. Cominciando dagli incentivi per la ristrutturazione e il recupero edilizio delle abitazioni: “Qualcosa hanno fatto, il mercato appena appena si è mosso. Ma a volte mi sembra quasi che la gente manco lo sappia. Perché c’è anche un altro problema: le aste giudiziarie hanno drogato l’offerta, hanno sballato i prezzi. La gente le compra, ma non si rende conto che spesso sono case energivore, consumano moltissimo. E alla fine per metterle a posto si spende lo stesso un patrimonio. Il vero affare è comprarsi una casa che duri nel tempo”.
L’usato sicuro: meglio comprare direttamente dai costruttori. Sfruttando appunto gli incentivi: ci sono quelli per gli interventi di ristrutturazione in senso di prevenzione sismica, quelli per l’adeguamento energetico (basta anche il cappotto, e la detrazione fiscale è del 65%), il recupero dell’Iva quando la persona fisica acquista un’abitazione di classe di classe A e B (appunto, direttamente dal costruttore) che in dieci anni si dimezza, dal 4% al 2% per la prima casa, dal 10% al 5% per la seconda. Ma anche la detrazione Irpef del 25% sul corrispettivo di acquisto fino a un massimo di 96mila, da scalare (come sopra) nelle dichiarazioni dei redditi in 10 anni.
E sono cumulabili. Un esempio pratico: acquisto di un’abitazione in classe A o B come prima casa a 200mila euro. Con l’Iva al 4% diventano 208mila, ma quest’Iva si dimezza (in 10 anni) e quindi diventano 204mila. Al recupero dell’Iva si aggiunge poi il 25% in meno del corrispettivo d’acquisto, in questo caso 51mila euro: si recuperano in un decennio al ritmo di 5100 euro all’anno. Calcolatrice alla mano, il risparmio complessivo sull’acquisto della casa è di 55mila euro. Mica male.
Basta costruire, è tempo di recuperare, di ristrutturare. “L’intenzione politica è condivisa – continua Campana – Si tratta di ristrutturare per non consumare il territorio. Badate bene, io non sono ambientalista: ma è ora di finirla di costruire il nuovo. E’ un problema di mercato: più costruisci e più devi vendere. Per non parlare poi della bolla speculativa conseguenza dell’infiltrazione nel mercato dell’edilizia di persone che con l’edilizia non c’entrano nulla. E che offrono agli acquirenti dei prodotti scadenti”.
“Questa è la strada da percorrere, bisogna ristrutturare. Anche per riportare i nostri centri storici alla loro vivibilità, anche per abbellirla. I paesi e le città possono rinascere se il centro storico riparte, e si ripopola”. Ma i problemi non mancano mai, burocrazia in testa. “Da una parte mi dicono che devo ristrutturare, e siamo i primi a pensarlo. Ma poi dall’altra ci sono tanti, troppi vincoli. Vincoli e costi, con il rischio di avere capitali immobilizzati per anni, scoraggiando così qualunque investitore”.
Ecco perché serve chiarezza, c’è bisogno di ascoltare. “Prima di legiferare sull’edilizia sarebbe meglio ascoltare chi vive e chi opera nel settore. Altrimenti le leggi vanno fuori dalla realtà”. Suggerimenti pratici, per ripartire. “Prima di tutto la chiarezza, soprattutto fiscale. Parliamo di Imu, Tari, Tasi: è impossibile che ogni 6 mesi possano cambiare le aliquote. Le cose vanno fatte semplici, è inutile togliere l’Ici per motivi elettorali e poi rimettere l’Imu. Come costruttori chiediamo poco: una tassa unica, una per la prima casa e una per la seconda casa, così che la gente sappia cosa deve pagare. E poi l’Iva al 10%, per tutti: così magari ci liberiamo delle cose sporche, degli inganni e dei sotterfugi”. E la ripresa? “Nella ripresa ci crediamo”. Chissà che il 2017 non sia davvero l’anno buono.