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Le mafie, ovunque: rapporto shock, anche a Brescia i tentacoli della "piovra"

Accertata e radicata la presenza delle quattro principali organizzazioni mafiose, in tutta la Lombardia e anche a Brescia. Il nuovo report sulla criminalità

I tristi primati della provincia di Brescia nell'ambito della criminalità organizzata: al primo posto in Lombardia, e al dodicesimo in Italia, per le cosidette “illegalità nel ciclo del cemento”, con 83 infrazioni accertate su un totale di 319 a livello regionale. E ancora, al primo posto in Regione anche quando si parla di illegalità nel ciclo dei rifiuti, trasporto e smaltimento, con 61 infrazioni accertate (sono 399 in tutta la Lombardia), 58 denunce, 34 sequestri e 5 arresti.

La terra dei fuochi bresciana

Certo non finisce qui: ci sono i nove roghi in discarica registrati negli ultimi anni tra Bedizzole, Calcinato e Chiari, una sorta di piccola “terra dei fuochi” bresciana. “La catena di incendi appiccati agli impianti di trattamento rifiuti – si legge nella relazione presentata lunedì a Milano, e liberamente consultabile anche sul web – costituisce un chiaro indice della presenza di un'illegalità diffusa nel settore”.

Sono questi alcuni tra i dati più significativi contenuti nel secondo rapporto regionale sulla presenza mafiosa: un report di oltre 200 pagine che analizza i fenomeni criminosi nel dettaglio, e da cui emerge la presenza radicata di tutte e quattro le principali organizzazioni mafiose italiane, e quindi la mafia siciliana, la camorra campana, la 'ndrangheta calabrese, la sacra corona pugliese.

Per non parlare della criminalità straniera, che in tutta la Lombardia invece sviluppa – così si legge nel rapporto – “una straordinaria effervescenza nel campo del traffico di stupefacenti: […] la ricerca sottolinea il ruolo in ascesa, ben oltre lo spaccio di strada, di alcuni clan come quelli nigeriani e ancor più balcanici, tra i quali primeggiano quelli albanesi”. 

Lo spaccio di droga

Anche nel Bresciano poi, si registrano i casi particolari delle “cittadelle di spaccio al dettaglio” (per intenderci, ma in forma ovviamente ridotta, come il boschetto di Rogoredo a Milano): nel caso specifico collegate “direttamente e tipicamente con le organizzazioni di origine marocchina, sia nella zona occidentale della regione sia in provincia di Brescia”.

Le mafie, ovunque

Affari di mafia italiana, spesso in accordo tra le varie cosche, con la collaborazione (inevitabile) con le organizzazioni di stampo straniero. I dati non smentiscono, anzi, l'assioma secondo cui dove ci sono i soldi, c'è anche la criminalità. E in tutti i settori, appunto: molto italica quando si tratta di cemento e rifiuti, di commercio e sanità, più internazionale quando si tratta di affari più “sporchi”, più percepiti, come lo spaccio di droga, il contrabbando, il capolarato e lo sfruttamento lavorativo, le rapine e i furti.

Nel lungo report promosso da PoliS Lombardia si entra nel merito di tutte le attività dove ormai la presenza mafiosa è appurata, e radicata. Lungo il report, lunghissimo l'elenco: dall'edilizia ai rifiuti, già citati, il commercio all'ingrosso e al dettaglio, il turismo e l'industria del divertimento (dalle discoteche al gioco d'azzardo), perfino la sanità, gli appalti pubblici, la finanza e i grandi capitali.


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