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Gioco d'azzardo, dati shock: 30.000 i bresciani patologici, ogni anno spesi 2 miliardi

I numeri diffusi dall'Ats di Brescia e raccolti dall'Osservatorio territoriale sulle dipendenze: sarebbero quasi 30mila i bresciani coinvolti nel gioco patologico

Provate a immaginare un centinaio di bresciani, in rappresentanza di tutta la popolazione della nostra provincia, seduti tutti insieme in una stanza: ecco, tre di loro, se non addirittura quattro, potrebbero essere coinvolti nel vortice del gioco d'azzardo patologico. Proporzione doverosa, per rendere l'idea dell'entità del fenomeno: un bresciano su 40 ha problemi di gioco d'azzardo. Per un totale di circa 30mila persone, l'equivalente di una città come Desenzano, più di Montichiari o Lumezzane.

Sono questi i dati shock resi noti dall'Ats di Brescia e raccolti dall'Osservatorio territoriale sulle dipendenze. Il numero è soltanto una stima, perché il sommerso è tantissimo: basta pensare che sono meno di 500 le persone che si rivolgono ai centri di aiuto. Sono come invisibili: si nascondono nelle sale slot, ma anche nei bar e nei tabaccai, nelle sale scommesse.

Giocano d'azzardo, in senso lato: non a carte seduti a un tavolo con gli amici, magari su internet puntando pesante. E poi le “macchinette”, le slot machines, dove bastano pochi minuti per perdere 100 euro. E ancora i gratta e vinci, altro fenomeno del gioco d'azzardo “fast” e che coinvolgerebbe in particolare gli anziani.

Dicevamo dei numeri. Forse sono ancora più shoccanti i dati sulla spesa complessiva dei giocatori d'azzardo bresciani, ogni anno. In dodici mesi se ne vanno più di 2 miliardi e 200 milioni di euro: sono 1833 euro a testa, ma è soltanto una media. E se c'è qualcuno che non gioca, è chiaro che chi gioca regolarmente invece spende molto di più.

E la regola è sempre la stessa, che sia il casinò o la macchinetta regolata dallo Stato: il banco vince sempre. Chi gioca e rigioca è destinato a perdere: i bresciani nel 2017 hanno perso più di mezzo miliardo.

Le altre dipendenze

Non c'è solo il gioco d'azzardo, ovviamente. Negli ultimi anni pare inevitabilmente in crescita un'altra emergenza: la dipendenza da smartphone, che coinvolge soprattutto i giovanissimi. E purtroppo ci sono i grandi classici, le dipendenze che non muoiono mai: più di 3000 le persone che partecipano ai gruppi d'aiuto per la tossicodipendenza, quasi esclusivamente per eroina e cocaina.

Poi ci sono i problemi con l'alcol: sono più di 1300 gli iscritti ai vari gruppi di alcolisti anonimi. Sono poco meno di un centinaio i tabagisti che chiedono aiuto, meno di 500 i giocatori d'azzardo. Soltanto una goccia, in un mare enorme. E che continua a ingrossarsi.


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