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Andrea Massi, un gardesano alle Regionali: "I giovani sono il nostro futuro"

"Cos'è la nostra bella Italia senza gli italiani?" Se lo chiede con un po’ di amarezza Andrea Massi, 43 anni e consigliere comunale a Moniga del Garda (impegnato in prima linea nella politica locale da circa un decennio), papà di una ragazza di 17 anni e rappresentante d’istituto al Liceo Bagatta di Desenzano, candidato alle elezioni regionali della Lombardia per “Noi con l’Italia-UDC”, a sostegno di Attilio Fontana, di cui riceviamo e pubblichiamo una breve intervista.

Ma capiamo cos'è “Noi con l’Italia-UDC".

E’ un nuovo partito costituito dallo sforzo di più persone provenienti da un centrodestra moderato che hanno deciso di condividere un programma. Quando parlo di “Noi con l’Italia-UDC", parlo dell'aggregazione di tante forze politiche che sono state fondamentali per raggiungere i livelli di democrazia e libertà che oggi ci caratterizzano. Mi piace inoltre ricordare che all'interno del nostro stemma non appare alcun nome, perché non focalizziamo l’attenzione su un soggetto unico ma su un insieme di persone ed i loro progetti. Ecco perché, con la garanzia di questo partito alle spalle, io posso guardare al futuro, all'innovazione, al ricambio generazionale e soprattutto ai nostri giovani.

Giovani che tu citi molto spesso..

Certo che sì. In questi giorni ho avuto l'opportunità di incontrarne diversi e di raccogliere il loro pensiero. I nostri giovani chiedono tante piccole cose di cui la politica si è dimenticata, come aiuti concreti per il rimborso dell'abbonamento ai mezzi pubblici - pensate che pagano anche il trasporto per recarsi nei luoghi dove svolgono l'alternanza scuola lavoro -  o agevolazioni per l'acquisto dei libri che pesano in maniera importante sui bilanci famigliari e, non ultima, la possibilità di venire premiati con borse di studio più accessibili e frequenti quando, grazie al grande impegno, conseguono ottimi risultati scolastici. Non dimentichiamoci poi dei costi delle tasse universitarie che obbligano spesso gli studenti a trovarsi lavori part-time.

I giovani parlano anche di futuro?

Ne parlano sempre, e lo fanno con gli occhi che brillano ma con l'amaro in bocca. Per loro il futuro è andare via dall’Italia, lasciare le proprie famiglie e le proprie tradizioni. I giovani guardano all’estero non solo per completare la loro formazione, ma come un luogo in cui lavorare ed iniziare una nuova vita. Tutto questo è causato dall’inadeguatezza del mercato del lavoro che offriamo. I nostri giovani, grazie alla grande rapidità delle comunicazioni, oggi possono confrontare le proposte nazionali con quelle di altri mercati esteri più performanti e decidere. Negli Stati Uniti o in Gran Bretagna questa “manodopera intelligente”, così altamente formata, certo non se la fanno scappare. E come dar torto ai nostri ragazzi, nuovi migranti super-specializzati! Nella loro Italia dopo 25 anni di studio e stage e tirocini gratuiti, ricevono 500 euro al mese.. e devono pure accollarsi i costi di trasporto, e magari combattere per gli straordinari non pagati. Questa è una prospettiva devastante, ma ce la stiamo creando da soli, senza fare nulla per fermare la loro fuga. Perdiamo ogni anno 100.000 giovani di cui 8 su 10 sono laureati, un’intera generazione di nati tra gli anni 90 e 2000 che farà famiglia all’estero creando un enorme buco generazionale. La nostra sarà l’Italia dei vecchi, l’Italia senza italiani.

E allora qual è la tua proposta?

Partire dalle loro richieste, dalle richieste di ragazzi. Come non pagare il materiale didattico, o il rimborso trasporti, l’università: abbassare o annullare i costi d’iscrizione a mio avviso è fondamentale se non addirittura dovuto, magari tali coperture possono essere legati alla resa scolastica per un principio di meritocrazia, resta il fatto che in un Paese moderno in cui l’istruzione rappresenta non solo un diritto ma una ricchezza futura, tutte queste spese devono rappresentare un investimento minimo. La Lombardia è la regione con la più alta redditività d’Italia, i fondi ci sono, come dimostrano tutte le buone iniziative che sono state portate avanti in questi anni dalla precedente amministrazione. Ma a mio avviso si deve investire di più su tutto il mondo formativo dei giovani. Dobbiamo unire “la scuola”, “la specializzazione” e “il primo impiego” in un solo e unico programma finalizzato a creare un futuro certo a i nostri giovani. Ciò sarà possibile solo quando il mondo del lavoro comunicherà in modo immediato con il mondo formativo al fine di indirizzarlo sui settori in espansione e farlo desistere sui settori saturi. Ciò permetterà di abbattere la disoccupazione e l’eccessiva offerta del lavoro che si traduce in impieghi sottopagati perché immediatamente rimpiazzabili. Un’offerta equilibrata alla domanda potrebbe creare davvero un mercato del lavoro competitivo, in grado di attirare anche i cervelli dal mondo, e non solo – come avviene oggi – persone con un basso livello formativo, di cui dobbiamo accollarci di nuovo i costi di formazione.


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